Lacrime, abbracci e risate ad ogni incontro. Raffaella e Corrado, storia di colleghi amici per davvero
Il primissimo incontro a Canzonissima, la diffidenza iniziale, sostituita in breve tempo da una sintonia unica, grandiosa, irripetibile
L’11 novembre 1988 alle celebrazioni per le 1500 puntate de Il pranzo è servito c’era anche lei. E non poteva essere altrimenti. Perché per Corrado, il “suo” Corrado, avrebbe scalato le montagne: “Tu sei come il vino buono, più invecchia e più è doc”.
Parole che Raffaella Carrà pronunciò con gli occhi lucidi. Le accadeva sempre quando si ritrovava di fronte al suo partner preferito. Una guida, un maestro, ma soprattutto un amico.
Raffaella e Corrado si volevano bene. Lei esternava quel sentimento con continui attestati di stima, lui replicava con lo sguardo divertito, accompagnato però da carezze colme di dolcezza.
Nel 1970 il primissimo incontro a Canzonissima. La diffidenza iniziale, sostituita in breve tempo da una sintonia unica, grandiosa, irripetibile. La Carrà la definì chimica. “Mi diceva: non lavorare mai con un partner se non la senti. Sono stati anni bellissimi, mi ha insegnato a coltivare il senso dell’umorismo e ad essere generosa”.
Generosità messa in pratica nel 1982 a Fantastico 3, con la showgirl bolognese che puntò i piedi: “O a fianco mi mettete Corrado, o non se ne fa niente”. Nonostante il braccio di ferro vinto, sarebbe stata una delle ultime esperienze del presentatore nella tv di Stato, scaricato da Viale Mazzini all’indomani dell’incidente stradale che lo aveva visto protagonista nel ’78.
Nel 1991, sempre a Fantastico, Corrado riapparve. E furono di nuovo lacrime. Raffaella lo annunciò per poi aggrapparsi a lui per un abbraccio eterno. L’audio soffocato a causa dei microfoni stritolati simboleggiò la forza di quel gesto. Forse solo quello tra Fabrizio Frizzi e Antonella Clerici, avvenuto nel dicembre di quattro anni fa a La prova del cuoco, può vantare una potenza analoga.
Se Corrado andava a trovarla in Rai, la Carrà rispondeva con capatine in Fininvest. A La Corrida provarono a ballare la Soca Dance. “Guarda che è un ballo che viene dalle Antille”, spiegò Raffa. “Io credevo da Roma, pensa te”, ribatté lui. La danza si trasformò ben presto in un sedere contro sedere che terminò con la sua roboante ed inimitabile risata: “Come si fa a non amarlo”. E pure stavolta Corrado sdrammatizzò: “Sei cara, tanto, tanto cara. Costi tanto”. L’ennesima prova che potevano dirsi di tutto, consapevoli della capacità dell’altro di incassare.
Quando l’8 giugno 1999 Corrado se ne andò, la Carrà afferrò carta e penna:
Se oggi sono generosa con i miei compagni di lavoro, se uso l’ironia e l’autoironia, se sono vicina alla gente, se non ho paura di essere positiva, se mi faccio rispettare quando serve, se so sentirmi utile come autore tv, se non ho timore di mostrare i miei sentimenti, ma con riserbo, lo devo anche a te. Sono stata fortunata: il primo compagno del primo lavoro importante era fondamentale per tracciare il modo con cui intraprendere il cammino futuro di una giovane attrice che non conosceva la tv. E tu mi hai insegnato tanti valori e comportamenti che non scorderò mai.
Raffaella sottolineò la discrezione di Corrado per quel congedo silenzioso, lontano dai riflettori. Ventidue anni dopo quello stesso stile sarebbe stato adottato da lei. Come se l’allieva volesse emulare l’amato maestro pure nell’uscita di scena.
Nessuno sa se esiste un aldilà. Qualora ci fosse, vorremmo immaginarcelo con loro due assieme. A cazzeggiare per l’eternità.